Bagnaia è un piccolo borgo a pochi chilometri da Viterbo, ideale meta di una gita fuori porta per chi vive a Roma o tappa per chi volesse fare un tour nell’Alto Lazio o nella Tuscia. Conta poco più di 5.000 abitanti e presenta una parte storica, molto caratteristica anche se non tenuta benissimo, delimitata da mura di cinta abbellite dalla torre dell’Orologio (foto 1).
L’attrazione più rilevante del paese è la Villa Lante (nota anche come Villa Gambara), costruita tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500. Nasce prevalentemente come casina di caccia del Cardinale Ottaviano Riario. La proprietà passò poi al cardinale Gambara, uomo colto appartenente a una nobile famiglia bresciana, il quale trasformò il parco in vera e propria villa come oggi la conosciamo noi. Dal 2014 è di proprietà dello Stato italiano che oggi ne cura la conservazione.
La Villa accoglie il visitatore con il portale di ingresso (foto 2) superato il quale, sulla sinistra, vi è la biglietteria. Il costo del biglietto, 5,00 euro, è più che accessibile.

Superato l’ingresso ci si imbatte subito nella prima delle fontane del Parco, la “Fontana del Pegaso” (foto 3) che prende il nome dalla figura del cavallo alato (visibile nel tondo) che si trova al centro della grande vasca ovale. La parete di fondo è occupata da busti femminili raffiguranti le Muse mentre quattro amorini gettano zampilli d’acqua dal fondo della vasca.

Superata la “Fontana del Pegaso” si entra nella parte più suggestiva di tutta la visita, quella dei giardini all’italiana (foto 4 e 5), fatti di inestricabili vialetti ricavati da siepi geometricamente ineccepibili e molto curate. E’ possibile percorrere l’intero giardino più volte per poter godere di ogni angolo di visuale.


Al centro del giardino all’italiana, la grande “Fontana dei Mori” (foto 6), opera del Giambologna, raffigurante quattro Mori attorno a due leoni che tengono in alto la montagna araldica, sormontata dal getto della fontana a forma di stella.

Ai lati del giardino all’italiana sono presenti due belle casine (una di queste è visibile nella foto qui sopra). Il pian terreno, il solo a essere normalmente visitabile, si presenta con belle pareti affrescate, opera di pittori locali (foto 7).
Proseguendo verso la parte alta del giardino, superate alcune rampe di scale, si perviene alla “Mensa del Cardinale” (foto 8), una lunga tavola in peperino (una roccia magmatica tipica della zona del Cimino) un tempo utilizzata per grandi convitti all’aperto. Una soluzione semplice ed efficace.

Al centro della lunga tavola è ricavata una stretta vasca d’acqua che porta lo sguardo verso la Fontana dei Giganti (foto 9), così chiamata per la presenza di due grandi figure sdraiate di giganti, personificazioni dei fiumi Arno e Tevere, simboli delle due anime della Tuscia.

Superata la Statua dei Giganti attraverso una doppia rampa di scale, appare subito la splendida “Catena d’acqua” o “Cordonata del Gambero” (foto 10), elemento di raccordo tra la “Fontana dei Giganti”, appena superata, e la sovrastante “Fontana dei delfini”. E’ una catena d’acqua utilizzata essenzialmente come elemento architettonico e decorativo.

Al termine della “Cordonata”, ecco la già citata “Fontana dei delfini” (foto 11) che prende il nome dai 16 delfini disposti a coppia sugli otto angoli della fontana. La fontana prevede anche degli scherzi d’acqua, cioé zampilli che possono schizzare da ogni punto del basamento, bagnando chi si avvicina o chi siede sulle vicine panchine.

Al termine del percorso, nella parte più alta della Villa, la “Fontana del diluvio” (foto 12), che segna il termine della visuale, una sorta di quinta teatrale dell’intero giardino. L’acqua che sgorga dalle pareti rocciose rappresenta la pioggia, simbolicamente origine di tutte le fontane.

Ai due lati della “Fontana del Diluvio”, fanno da cornice due piccole casine (foto 13), probabilmente opera del Vignola. Sono costituite da logge aperte sorrette da colonne ioniche e recano il nome del Cardinale Gambara e il relativo simbolo araldico, costituito, per l’appunto, da disegni di gamberi.
Suggerisco di arrivare a Bagnaia di buon’ora, comunque non oltre le 9.00/9.30 del mattino, anche per poter usufruire al meglio del comodo parcheggio che si trova non lontano dalla Villa, ben visibile per chi viene da Roma.
La visita della Villa, con il parco circostante, richiede comodamente due ore/due ore e mezzo.
La Villa Lante non ha al momento un proprio sito ufficiale. Alcune informazioni potete reperirle qui. Le Casine sono visitabili sono al pian terreno. Vengono di tanto in tanto organizzate visite guidate anche per gli altri piani, concordando un appuntamento con la Direzione della Villa, da contattare telefonicamente.
La mia recensione per la Villa Lante su Tripadvisor è disponibile qui.
La visita di Bagnaia può essere inoltre facilmente abbinata a quella di altri centri estremamente interessanti come Bomarzo e Montefiascone (città del buon vino), entrambi a pochi chilometri.
Certo 🙂
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Un vero peccato! Potrebbe essere però un buon motivo per ritornarci. Magari abbinando l’altrettanto stupendo Parco dei Mostri a Bomarzo 😉
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L’ho visitata in autunno purtroppo quando le ortensie erano sfiorite…
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Sicuramente, nella migliore tradizione dei giardini all’italiana. Non molto grande, ma per chi è in zona merita sicuramente una visita.
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Grazie mille. Sei gentilissima, come sempre! In realtà più che le foto sono i giardini ad essere stupendi. Io non faccio altro che inquadrare con il mio smartphone “vintage” e scattare.
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Bellissima! Foto altrettanto stupende!
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Favolosa!
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