La Certosa di Padula, in provincia di Salerno, è uno di quei luoghi lontani dai consueti itinerari turistici di massa di cui la Campania (e l’Italia tutta) è piena. Dopotutto, in un Paese così ricco di opere d’arte, di luoghi museali importanti e di paesaggi naturalistici incantati, perchè mai soffermarsi su un Monastero così geograficamente defilato?
Eppure la Certosa di Padula (o Certosa di San Lorenzo), pur con il suo travagliato trascorso pieno di ferite, in parte ancora oggi visibili, è un luogo che sa colpire il visitatore per la sua imponenza, la sua storia, la sua arte e in parte anche per il suo essere quasi sconosciuta al grande pubblico. Fa un po’ strano, infatti, giungere all’ingresso del luogo senza trovare code di auto e le consuete orde di turisti, come accade ad esempio nelle non lontane e più celebri Pompei, Sorrento o Positano.
Un po’ di storia
La storia della Certosa nasce all’inizio del XIV secolo quando Tommaso Sanseverino, conte di Marsico, ne decide la costruzione su un nucleo originario di un’antica struttura agricola. Le motivazioni sono di ordine religioso e devozionale, oltre che di prestigio e di convenienza personale.

Nel corso dei secoli la Certosa ha poi avuto alterne fortune, essendo stata, a seconda dei periodi, carcere, lazzaretto, caserma, scuola, campo di prigionia durante la prima e seconda guerra mondiale; ciò anche a seguito della soppressione dell’ordine certosino avvenuta nel corso dell’800 che ha determinato l’abbandono della struttura con conseguenti furti di opere d’arte e depredazioni continue. Solo con il restauro terminato nel 1982 la Certosa è stata restituita al mondo intero, divenuta Patrimonio UNESCO nel 1998.
La visita
La Certosa di Padula si caratterizza per le sue grandi dimensioni ed è seconda al mondo come grandezza solo a quella di Parma.
Superato il monumentale ingresso (foto 1), si perviene alla Corte esterna (foto 2), decorata con pinnacoli e statue di santi, delimitata ai lati da locali un tempo adibiti alle funzioni produttive del monastero (lavanderia, frantoio, forni, granai, etc.).

Dal Portico si accede alla Chiesa di San Lorenzo (foto 3) che presenta stucchi dorati. E’ divisa in due parti con spazi destinati ai monaci conversi (cioè quelli incaricati di affari economici) e ai padri in clausura.

Nella Chiesa è possibile ammirare il pregevole Coro ligneo (foto 4), opera di Giovanni Gallo, con intarsi che raffigurano figure di Santi, Vescovi e Martiri, un autentico gioiello di arte, probabilmente l’opera più significativa di tutta la Struttura che da sola vale l’intera visita.

Nella Cappella del Tesoro (foto 5), decorata da stucchi e affreschi, sono conservati i monumentali armadi in noce, intarsiati, con radica di ulivo, che conservavano gli arredi sacri più preziosi.

La cucina (foto 6) è stata realizzata nel corso del ‘700. Di forma rettangolare e con volte a botte, presenta un affresco sul fondo della parete che raffigura la Deposizione di Cristo. L’arredo è scarno e si basa su tavoli in pietra e una cappa enorme sopra il bollitore antico posto sui fuochi utilizzati quotidianamente.

Il Chiostro dei Procuratori (foto 7), del XVIII secolo, conduce al Chiostro grande ed è composto da un portico al piano terra e da un corridoio finestrato, purtroppo non visitabile. Al centro una fontana in pietra. I procuratori erano gli amministratori del patrimonio della Certosa, preposti al funzionamento del Convento.

La Cella del Priore (foto 8), guida indiscussa della comunità, era in realtà una cella di grandi dimensioni, con diversi ambienti tra cui una cappella privata.

Il Chiostro grande (foto 9) è uno degli elementi di maggior rilevanza della Certosa sotto il profilo architettonico e artistico e si presenta in tutta la sua imponenza (misura ben 150 metri di lughezza!) e presenta due ordini di portici. Al piano superiore, non visitabile, i padri della certosa conducevano le loro passeggiate mentre al piano inferiore ci sono gli ambienti in cui vivevano i monaci in clausura, anch’essi non visitabili. Il Chiostro grande, con i suoi 12 mila metri quadri, è il Chiostro più grande del mondo.

Sul lato opposto dell’ingresso principale al chiostro, infine, è la monumentale scala elicoidale (foto 10), vero capolavoro architettonico.

Alcuni consigli
Potete reperire informazioni utili per la visita su questo sito internet.
E’ possibile abbinare la visita della Certosa con la visita della Casa di Joe Petrosino, nel centro cittadino di Padula (circa 2 km), poliziotto italiano divenuto celebre negli Stati Uniti a cavallo tra la fine dell’800 e inizi ‘900, nativo di Padula.
Ero passato davanti tante volte ma non mi ci ero mai fermato. Alla fine ce l’ho fatta e in effetti merita una visita. Peccato che c’è sempre troppo poco gente a vederla
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Bellissima! L’ho visitata tanto tempo fa ma ne conservo ancora uno splendido ricordo…
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Mi fa molto piacere. Non vedo l’ora di leggere il tuo post sulla Certosa 😊
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Non conoscevo, che bello!! Subito lo scrivo sulla mia lista dei posti da scoprire in Italia *_*
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Concordo su tutto, anche sul dispiacere nel vedere un così bel monumento così poco frequentato. La casa di Joe Petrosino non ho potuto visitarla. Infatti nel post ne faccio solo cenno senza foto. Purtroppo al mio arrivo l’ho trovata chiusa nonostante fossi arrivato durante l’orario di apertura pubblicato sul sito ufficiale. Peccato che gli orari erano cambiati da pochi giorni senza che sul sito fossero stati aggiornati. Mi sono molto arrabbiato. Grazie per il commento 😊
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Una meraviglia che andrebbe pubblicizzata di più, così come la casa-museo di Petrosino o il Sacrario dei 300! Vero il discorso che fa strano non trovare folle ma in tutta onestà la cosa mi è dispiaciuta. Nella casa di Joe Petrosino hai conosciuto il nipote?
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