Nel 1984 mi trovavo in visita turistica a Monaco di Baviera con i miei genitori, città ultratecnologica già nei primi anni ’80 nonchè sede di uno dei marchi sportivi più importanti al mondo, la BMW. Ebbene, rimasi molto colpito da un gruppo di ragazzi “tedeschen di Germania” che litigavano tra loro per poter scattare una fotografia (i cellulari e i selfie erano ancora lontani dal venire) accanto a una Ferrari Testarossa parcheggiata ai margini di una strada centrale della città.

Il mio orgoglio di giovane italiano all’estero fece capolino e forse da lì è nata la mia grande passione per la “Rossa” ed è forse per questo motivo che per più di vent’anni una Ferrari F-40 è stata la prima cosa che la mattina, appena sveglio, vedevo subito dopo aver aperto gli occhi (era un un poster collocato di fronte al mio letto…).
Questa premessa è d’obbligo per descrivere le emozioni che ho vissuto nel visitare il Museo della Ferrari a Maranello (MO), un vero tempio per gli appassionati di motori e della Ferrari in particolare.
Vedere tutte quelle macchine rosse (ma anche gialle e nere) tutte insieme ha creato la stessa sensazione che un diabetico goloso può vivere nella pasticceria di Iginio Massari, vedere, ammirare … e basta. Certo, ci sono i simulatori di guida dove potersi esercitare e vivere qualche emozione, ma è come assaggiare un dolce senza zucchero, senza panna, senza cioccolato, senza niente…, , giusto per rimanere in ambito di metafora.
La visita
All’ingresso del museo, una delle prime cose che si possono vedere è la fedele ricostruzione dello studio di Enzo Ferrari, dallo stile semplice e spartano.

Poi parte la visita vera e propria, ed è un tripudio di macchine, motori, pneumatici superibassati, tecnologia. Quando ero ragazzino una delle prime cose che vedevo in un’auto era il tachimetro, nella convinzione che la potenza e la velocità dipendessero dalla velocità indicata nel fondoscala del tachimetro medesimo.
Ricordo ancora con dolore la delusione di quando vidi il fondoscala del tachimetro dell’auto nuova acquistata da mio padre, una Ford Escort 1.1, che segnava 220 km/h, salvo poi scoprire che la sua velocità massima era di appena 145 km/h (in discesa e a favore di vento…). Ebbene, qui il fondoscala dei tachimetri, che il bambino che è in me non ha perso l’abitudine di sbirciare, inizia sempre con il 3.

La prima sezione riguarda le auto che hanno avuto normale circolazione, la GTO, la Testarossa, la F-40 (identica a quella del mio poster….), e poi tantissime altre.



La seconda sezione riguarda invece le auto da competizione, di Formula 1 in particolare.

Quella che mi ha emozionato di più è sicuramente quella di Gilles Villeneuve, un pilota che purtroppo, per motivi di età, ho potuto ammirare poco in TV, probabilmente il pilota più amato dallo stesso Enzo Ferrari, quello che incarnava di più il suo spirito, il suo coraggio, la sua spavalderia.

Memorabile il suo duello con Arnoux nel GP di Francia a Digione nel 1979, definito il “duello dei duelli”, 4 giri di continui soprassi e controsorpassi a oltre 200 km/h (clicca qui per vedere il video su youtbe con la telecronaca di Mario Poltronieri). Ancora oggi Villeneuve è uno dei piloti più amati e ricordati della Formula 1.

Ma devo dire che anche vedere la F1-2004 di Michael Schumacher è piuttosto emozionante, è la vettura dell’ultimo dei 7 mondiali vinti dallo sfortunato pilota tedesco.

Il museo conserva anche la F1 che corre il Mondiale 2022, sperando che possa vincere quanto prima.
Clicca qui per il sito ufficiale dle Museo della Ferrari di Maranello.