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L’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore è uno dei più grandiosi esempi di architettura monastica presenti in Italia, nel cuore della Val d’Orcia in Toscana.

Un po’ di storia

L’Abbazia fu costruita nel 1272 da Giovanni, della nobile famiglia dei Tolomei, in un territorio all’epoca chiamato Accona, nel luogo, secondo la tradizione, indicatogli in sogno da Gesù e Maria. Il Tolomei, che cambiò il proprio nome in Bernardo (in onore del santo di Clairvaux), condusse per anni una vita eremitica e ricevette l’abito monastico dall’allora vescovo Guido Pietramala, secondo la regola benedettina.

L’Abbazia, che oggi ospita monaci olivetani che vivono secondo la regola benedettina, si trova in un luogo solitario e selvaggio, in un contesto di grande bellezza artistica e serenità spirtuale.

La visita

L’Abbazia accoglie il visitatore con una bellissima porta d’ingresso (foto 1) e una torre merlata del XVI secolo, percorrendo un ponte levatoio.

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1. L’ingresso

Superato l’ingresso e il moderno bar-ristorante posto sulla sinistra si prosegue attraverso un bellissimo viale alberato immerso in uno splendido parco di cipressi e larici (foto 2).

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2. Il viale alberato

Attraversando il parco si riflette sul fatto che l’Abbazia, davvero di grandi dimensioni, è lì a poche decine di metri ma ancora non la si riesce a scorgere, tanto è immersa nella bellissima natura del posto.

Giunti in prossimità dell’Abbazia si scorge finalmente la struttura in tutta la sua imponenza, con il caratteristico campanile della chiesa abbaziale (foto 3). Colpisce lo stile austero, pienamente coerente con la tipica serenità degli ambienti monastici  benedettini.

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A disposizione dei visitatori, una foresteria e una farmacia dove è possibile acquistare amari centerbe, miele, marmellate, oltre ai consueti souvenir.

Uno degli aspetti che contraddistinguono questa Abbazia rispetto alle altre numerose (e altrettanto belle) abbazie sparse lungo lo stivale è la presenza, nel Chiostro Grande, di un bellissimo ciclo di affreschi (foto 4), opera del Sodoma e di Luca Signorelli, raffiguranti scene di vita di San Benedetto.

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4. Ciclo di affreschi nel Chiostro Grande

Tra questi, si segnala l’affresco “Come Benedetto risalda lo capistero che era rotto” (foto 5), in cui emerge, al centro della raffigurazione, un autoritratto del Sodoma, e il “Come Benedetto ammaestra nella Santa Dottrina i contadini che lo visitano” (foto 6), anch’esso del Sodoma, che raffigura la prima manifestazione del labora benedettino.

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5. Affresco “Come Benedetto risalda lo capistero che era rotto”
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6. Affresco “Come Benedetto ammaestra nella Santa Dottrina i contadini che lo visitano”

Il “Chiostro grande” si presenta di grande impatto, con una graziosa loggetta e una splendida cisterna (foto 7).

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7. Il Chiostro Grande

Uno degli aspetti che suscitano maggiore interesse quando si visita un’abbazia è capire come si svolge la giornata-tipo di un monaco.

Ed è il motivo per cui appare davvero interessante la visita del refettorio (foto 8), con lunghe tavolate, apparecchiate in maniera semplice ma efficace, con stoviglie, piatti e bottiglie d’acqua.

Sulla parete di fondo, un tempo occupata da una versione de L’Ultima Cena della scuola del Ghirlandaio, è oggi raffiguata una Coena Domini di Lino Dinetto, opera del 1948. Nel soffitto e lungo le parte vi sono affreschi del ‘600 con scene dell’Antico Testamento e figure allegoriche.

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8. Il Refettorio

Di grande interesse è l’Antica biblioteca (foto 9), visitabile solo da qualche anno, purtroppo depredata negli ultimi anni ma che conserva ancora volumi del ‘400 e ‘500.

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9. L’Antica biblioteca

 

Il sito ufficiale dell’Abbazia di Monteo Oliveto Maggiore è qui.