Il mio breve viaggio a Urbino era già programmato nel corso del 2020 in occasione dei 500 anni dalla morte di Raffaello, uno dei più grandi artisti del Rinascimento italiano e probabilmente di tutti i tempi. L’annata si sarebbe poi completata con la grande mostra dedicata a Raffaello tenutasi alle Scuderie del Quirinale a Roma e con la visita, l’ennesima per quel che mi riguarda, ai Musei Vaticani con le immense stanze splendidamente affrescate dal maestro urbinate.

Come sia andato il 2020 è cosa nota, tuttavia, durante i mesi estivi, sono riuscito a visitare sia la bellissima mostra alle Scuderie del Quirinale, sia le Stanze di Raffaello ai Musei Vaticani di cui parlo qui.

Mancava all’appello la visita della città da cui tutto iniziò, Urbino per l’appunto, luogo di nascita del Maestro rinascimentale.

Anche il 2021 non è iniziato bene (e non si sa come finirà), tuttavia, alla prima occasione utile, un clic su booking, il pieno di gasolio nella macchina e si parte.

Avevo molte aspettative su Urbino, borgo rinascimentale di grande tradizione, città universitaria, che personalmente, senza troppe esagerazioni, ho paragonato a una piccola Firenze.

La città, infatti, oltre a essere il luogo natìo di Raffaello, è anche (e, per certi versi, soprattutto) la città di Federico da Montefeltro, uomo di grandissimo spessore intellettuale, militare di professione ma anche persona raffinata, colta e assolutamente moderna, che ha letteraralmente trasformato la città rendendola il capolavoro che ancora oggi possiamo ammirare.

La visita

Non si può visitare Urbino senza visitare innanzitutto il Palazzo Ducale, luogo di residenza di Federico, capolavoro dell’architettura rinascimentale.

Il Palazzo Ducale presenta dei canoni architettonici del tutto inusuali per una residenza nobiliare dell’epoca: nessun cancello all’ingresso (solo un semplice portone), nessun fossato con acqua e coccodrilli, nessun torrione dal quale lanciare frecce contro gli invasori. Al contrario, la residenza ha numerose porte d’ingresso (in realtà, alcune sono finte, nella foto qui sotto, le due di sinistra) con il chiaro intento di dare un senso di “accoglienza”, quasi di abbraccio, per il visitatore che si approssimava al Palazzo.

L’ingresso del Palazzo Ducale

Del Palazzo colpiscono in maniera particolare le fiabesche torrette visibili nella parte laterale, accedendo da Corso Garibaldi, uno degli elementi più caratteristici dello skyline della città.

Il Palazzo Ducale – Le torri laterali

La parte laterale del Palazzo prospicente Piazza Rinascimento è invece abbellita di finestre e bifore che, all’interno, corrisponde all’Appartamento dalla Jole, così chiamato per la presenza di un imponente camino ornato dalle figure mitologiche di Ercole e Jole.

Il Palazzo Ducale da Piazza Rinascimento

Il Palazzo è sede della “Galleria Nazionale della Marche” che conserva opere di enorme importanza, storica e artistica.

Madonna di Senigallia (Piero della Francesca)

Una delle opere più rilevanti è sicuramente la “Madonna con il Bambino e due Angeli“, nota anche come Madonna di Senigallia, una delle opere più note di Piero della Francesca, grande maestro, uno dei primi ad aver introdotto la prospettiva nelle opere pittoriche. Oppure la “Flagellazione di Cristo“, un dipinto su tavola che ha destato innumerevoli e discordanti interpretazioni, dinastiche, religiose, e storiche.

La Flagellazione di Cristo (Piero della Francesca)
La Città ideale (anonimo)

Ma ciò che attira maggiormente il visitatore è sicuramente “La città ideale“, vera opera iconica del Rinascimento, che noi tutti almeno una volta abbiamo vista sui libri o in TV. Essa rappresenta, come suggerisce il titolo, una composizione di una città architettonicamente perfetta, con palazzi ben costruiti ed eleganti (se vogliamo, anche con poco traffico e poca gente), adottando una prospettiva geometricamente perfetta. L’elemento più rilevante dell’opera è dato dalla costruzione rotonda posta al centro del quadro che secondo alcuni vorrebbe rappresentare una chiesa, un tempio o comunque un luogo di culto ma che in realtà vuole solo rappresentare una sorta di “centro del villaggio” in cui ognuno può collocare quello che desidera. Una persona religiosa ci può vedere una chiesa, un avvocato può vederci un tribunale, un economista una banca (in quel periodo, tra il 1470 e il 1490, si cominciavano già a vederne qualcuna, specie nella Firenze dei Medici), una persona golosa ci può vedere anche una pasticceria. Insomma, il quadro è una sorta di test psicologico dove ognuno vede nell’opera (e nella costruzione centrale) quello che vuole. Diversamente da quanto si può immaginare (e da quanto ci hanno insegnato a scuola), l’opera non è di Piero della Francesca (o quantomeno la sua paternità non è accertata). L’opera è anonima ed è probabile che vi abbiano contribuito a realizzarla diversi autori; i più accreditati sono Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini e forse lo stesso Piero della Francesca.

Studiolo di Federico da Montefeltro

Tappa fondamentale della visita del Palazzo ducale è lo Studiolo di Federico, capolavoro assoluto dell’arte, conservato perfettamente integro, con pareti in pregiato legno intagliato e soffitto a cassettoni. Un autentico gioiello che da solo merita il viaggio.

Da visitare nel Palazzo anche i sotterranei, le cucine, la neviera e i servizi che mostrano una struttura modernissima (il Palazzo disponeva addirittura di acqua calda corrente) in grado di ospitare una corte ricca e numerosa.

Accanto al Palazzo Ducale vi è il Duomo dedicato a Santa Maria Assunta. Lo stile esterno (ma anche quello interno, opera del Valadier) è neoclassico e stona un po’ rispetto agli edifici circostanti di stampo medioevale e rinascimentale. E’ stato riaperto di recente, a fine 2020, dopo le lesioni subite per il terremoto del 2016 che ha colpito il Centro Italia. Accanto al Duomo si può visitare il Museo diocesano “Albani” che raccoglie preziosi oggetti sacri.

Il Duomo

Dal Palazzo Ducale, imboccando Via Puccinotti e Via Vittorio Veneto, circa 200 metri a piedi, si perviene in Piazza della Repubblica, sede del Municipio e della movida serale.

Piazza della Repubblica

Da qui dipartono numerose vie che conducono agli altri importanti monumenti della città.

Abbiamo già visto che da qui si imbocca Corso Garibaldi attraverso il quale si giunge a una vista panoramica del Palazzo ducale con i suoi torrioni. Dalla piazza, poi, in 3 minuti di cammino si giunge agli Oratori di San Giuseppe e di San Giovanni Battista.

L’oratorio di San Giovanni Battista, in Via Barocci, presenta all’interno un superbo ciclo di affreschi dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni del 1416 che raffigura scene della vita di Cristo, come la Crocifissione dipinta nella parete dietro l’altare, e scene di vita del Battista, come il Battesimo di Gesù nel Giordano e la Visita di Maria ad Elisabetta.

Oratorio di San Giovanni Battista

A pochi metri, l’Oratorio di San Giuseppe. Gli elementi più rilevanti sono la Chiesa di San Giuseppe, la Sacrestia con un bellissimo armadio in legno dipinto e soprattutto il cinquecentesco Presepe, opera dello scultore urbinate Federico Brandani.

La Chiesa di San Giuseppe
La Sacrestia
Il Presepe del Brandani

Tornando indietro in Piazza della Repubblica, si imbocca via Raffaello (una strada dedicata al Maestro non poteva mancare!) dove si incrocia subito la Chiesa di San Francesco, convento dei Frati minori conventuali, una sorta di Pantheon cittadino dove sono conservate le spoglie dei cittadini più illustri tra i quali quelle dei genitori del pittore (come noto, Raffaello è sepolto nel Pantheon a Roma).

Chiesa di San Francesco

Proseguendo lungo Via Raffaello, una strada un po’ scoscesa (e anche faticosa da percorrere), sulla sinistra, al civico 57, vi è la casa natale del pittore, Casa Santi.

Casa natale di Raffaello

E’ un’abitazione importante, degna di una famiglia comunque in vista nella Urbino del tempo. Il padre, Giovanni Santi, era anche lui pittore, apprezzato anche se ovviamente con un talento non paragonabile a quella del giovane Raffaello.

A dirla tutta, la visita delude un po’, si trovano copie di quadri di Raffaello, tele a lui dedicate, arredi non originali. Il vero motivo per cui si visita la casa natale è perchè qui, su una delle pareti della casa, vi è dipinta la “Madonna con bambino”, un affresco attribuito a un Raffaello ancora quindicenne, forse la prima opera da lui realizzata.

“Madonna con bambino”

Proseguendo l’erta salita di Via Raffaello, si giunge alla fine della strada dove vi è la statua dedicata al Maestro.

Statua di Raffaello

A seguire, il Parco della Resistenza dal quale si può ammirare il bellissimo skyline della città dove spicca, come ovvio, il Palazzo Ducale.

Il Palazzo Ducale dal Parco della Resistenza
Piazza della Repubblica in versione serale

Le visite

Non è facile districarsi tra tutti i monumenti della città, ognuno con dei propri orari di apertura (il Palazzo Ducale, ad esempio, è chiuso il lunedì), prezzi e indirizzi.

Qui di seguito c’è un comodo riepilogo, elaborato dall’Azienda turistica di Urbino, con informazioni, orari, prezzo e quant’altro, aggiornato al 2021.

Dove dormire

La mia scelta ha riguardato l’Hotel Bonconte, in Via delle Mura, a pochi passi dal centro e con un comodo parcheggio (non custodito). Il centro è vicino, ma attenzione, la strada è in pendenza e le persone più anziane (o meno allenate) potrebbero trovare il percorso breve ma faticoso. La mia recensione è qui.

Altre opzioni sono l’Hotel San Domenico, in pieno centro, più lussuoso ma più costoso, e l’Hotel Raffaello.

Dove mangiare

Vi sono diverse opzioni.

Per un pranzo rapido a base di piadina o di crescia (l’equivalente piadina di Urbino), la Piadineria “L’Aquilone” è una tappa d’obbligo per uno street food di qualità. E’ in Via Cesare Battisti 23, a un passo da Piazza della Repubblica.

Per una cena, si può optare per “La Balestra Antica”, bella location esterna, cibo discreto ma servizio lento. La mia recensione è qui.

L'”Osteria Gula”, vicino Piazza della Repubblica, per una cena di qualità a prezzi ragionevoli. La mia recensione è qui.

Un’opinione personale per finire

Ero partito per Urbino con grandi aspettative, e questo l’ho già detto, ma non vi ho detto se queste aspettative sono rimaste mantenute o disattese.

lo dico subito: Urbino è una città splendida, perfettamente conservata, Federico da Montefeltro, uomo modernissimo, l’ha progettata e realizzata come meglio non poteva e ancora oggi Urbino è tra le più belle città italiane, sicuramente.

Il Palazzo Ducale è meraviglioso e va visitato.

Delude un po’ la casa di Raffaello. Ma soprattutto, trattandosi di città universitaria, mi aspettavo una città più movimentata. Le serate infatti, erano insolitamente tranquille, quasi sileziose, molti ristoranti, magari aperti durante il giorno, erano chiusi la sera (e quelli aperti erano spesso pieni a meno del 50%). Quello che non so è se Urbino è sempre così (ma ne dubito) o se ciò sia dovuto, come penso, al particolare momento che stiamo vivendo che ha allontanato molti studenti universitari, costretti a studiare a distanza, e scoraggiato i turisti, magari più attenti al proprio budget familiare.

Se qualcuno, magari leggendo questo post, si recherà a Urbino per vacanza, mi terrà aggiornato.