
Vero simbolo della città, è la moschea sicuramente più celebre tra le oltre 2.500 che caratterizzano lo skyline di Istanbul. Risale al XVII secolo ed è l’unica al mondo a poter vantare ben sei minareti, superata in questo solo dalla moschea di La Mecca che ne ha sette. Deve il suo nome al colore delle maioliche presenti all’interno e sulla cupola. L’aspetto è sicuramente d’impatto, la visita è gratuita anche se l’ingresso richiede un po’ di fila. Prima dell’ingresso, come in ogni moschea del mondo, è necessario togliersi le scarpe e, per le donne, coprire la testa con il velo. Le scarpe si portano con sé dentro le buste che vengono fornite all’ingresso.

Il cortile della moschea è destinato ad accogliere la fontana delle abluzioni dove i fedeli si purificano prima di raccogliersi in preghiera. Dal cortile si accede alla parte posteriore della moschea dove è presente l’ingresso destinato ai visitatori non musulmani che accedono solo per motivi turistici.

Entrando nella Moschea Blu si rimane meravigliati dalla grandezza dell’ambiente e dell’altezza del soffitto dal quale scendono delle lampade immense che illuminano l’interno. Tutto il pavimento è completamente coperto da tappeti. La moschea non è visitabile durante l’ora della preghiera che si svolge 5 volte al giorno.

Definire Santa Sofia (nella foto ripresa dalla Moschea blu) non è semplice. Nel corso della storia, infatti, Santa Sofia ha cambiato più volte la propria “destinazione d’uso”. Costruita per volere di Costantino, è stata inaugurata nel 360 come basilica cristiana. Dopo 916 anni, diviene moschea e, nel 1935, diviene museo, il più famoso e visitato di Istanbul, tappa obbligata per chiunque voglia visitare la città. Dal mese di luglio 2020, dopo 85 anni, è tornata ad essere di nuovo Moschea, non senza polemiche. Esternamente non colpisce in maniera particolare ma l’ingresso è sempre particolarmente affollato. Per visitare Santa Sofia è fondamentale presentarsi all’ingresso prima dell’apertura dei cancelli, per evitare di affrontare lunghe code. E’ chiuso il lunedì.

L’interno della basilica è grandioso e straordinario, ricco di decorazioni, marmi policromi e mosaici a fondo d’oro risalenti all’epoca di Giustiniano. Nella navata laterale è presente la cosiddetta “colonna sudante” di S. Gregorio che, secondo la leggenda, aveva il potere di guarire le malattie e favorire la maternità. Splendidi gli otto medaglioni di calligrafia turca (due di questi sono visibili nella foto), grandi e circolari, riproducenti i nomi sacri musulmani.

E’ quasi impossibile visitare la città senza passare almeno una volta davanti alla Moschea di Yeni, posta nella parte prospicente il porto della città, e che caratterizza lo skyline di Istanbul. Inevitabile che sia presente in buona parte delle fotografie che decideremo di scattare nel corso della nostra vacanza. Bella anche di sera quando l’illuminazione notturna la rende ancora più suggestiva.